Che cos’è un condiloma? Definizione
I condilomi sono lesioni verrucose provocate da un virus (Human Papilloma Virus – HPV) che si localizzano in regione genitale e/o anale e costituiscono la più frequente infezione sessualmente trasmessa nel mondo.
L’HPV viene trasmesso attraverso il contatto cutaneo durante i rapporti sessuali con persone infette. Il periodo di incubazione è molto variabile, in media da 1 a 12 mesi, anche se vi sono casi in cui i condilomi possono insorgere dopo periodi molto più lunghi.
Chi è a rischio? Epidemiologia
I condilomi costituiscono almeno la metà delle infezioni sessualmente trasmesse diagnosticate in Italia. Interessano soprattutto i giovani ma nel maschio possono insorgere a qualsiasi età.
La probabilità di infettarsi non dipende dal numero di partners sessuali ma piuttosto da una predisposizione immunitaria e da fattori locali che riducono la barriera cutanea (uso di pomata al cortisone, depilazione).
Come si presenta? Sintomi
I condilomi appaiono come escrescenze dello stesso colore delle mucose o marroni se localizzate sulla pelle. Le lesioni possono essere in rilievo o piatte, di numero variabile e non si associano a Le lesioni col tempo possono aumentare, restare stabili o regredire spontaneamente in funzione delle difese immunitarie locali.
In circa la metà dei pazienti trattati per condilomi le lesioni ricompaiono nella stessa regione corporea indipendentemente da nuovi rapporti sessuali con persone infette (recidive).
Le recidive sono più frequenti in chi ha molte lesioni, presenti da poco tempo e con la tendenza alla diffusione. Le recidive generalmente compaiono nei primi 3 mesi dall’ultimo trattamento e più raramente anche in seguito finché il sistema immunitario non riesce ad impedirle.
Come riconoscere un condiloma? Diagnosi
La diagnosi si basa sull’osservazione clinica da parte di un occhio esperto.
Le forme minime (condilomi piatti) possono essere evidenziate grazie all’uso della dermatoscopia che ha superato in accuratezza diagnostica la vulvoscopia e la peniscopia (vedi foto a fine foglio)
L’esame istologico o la tipizzazione per l’HPV non sono indicati salvo casi dubbi o particolari.
In caso di prima diagnosi di condilomi è importante:
- escludere altre infezioni asintomatiche con gli esami del sangue (HIV, sifilide)
- eseguire le visite di controllo dopo la cura come indicato dal medico
Come si cura? Terapia
L’obbiettivo del trattamento è la distruzione delle lesioni visibili ma attualmente non esiste alcuna terapia che possa escludere con certezza la possibilità di recidive in futuro.
Il trattamento dei condilomi può essere eseguito dal paziente a domicilio (podofillotossina, imiquimod) o dal medico ambulatorialmente (crioterapia, diatermocoagulazione, LASER CO2) in base alle dimensioni, al numero ed alla sede dei condilomi ed alle preferenze del paziente.
Come prevenire l’infezione? Prevenzione
Una persona affetta da condilomi è contagiosa per chi non ha o non ha mai avuto la stessa infezione. In questo caso l’uso del preservativo riduce le probabilità di contagio ma non elimina completamente il rischio. Se ne consiglia pertanto l’uso solo con i nuovi partner in presenza di lesioni e per almeno 3 mesi dopo la regressione dei condilomi.
Il virus è scarsamente resistente al di fuori dal corpo umano e non è necessario adottare particolari provvedimenti per la biancheria intima oltre all’uso personale degli asciugamani ed una normale igiene quotidiana. Si sconsiglia vivamente la depilazione dell’area genitale perché può favorire la diffusione delle lesioni alle zone depilate a causa del microtrauma.
Esiste un vaccino indicato per le persone che non si sono ancora infettate con alcuni ceppi del virus HPV (6,11,16,18) ma che non risulta attualmente indicato nel trattamento delle persone già affette da condilomi.
In gravidanza
In gravidanza i condilomi possono comparire per la prima volta od aumentare di numero ma non costituiscono un rischio per il feto né un’indicazione assoluta al parto cesareo.
Il trattamento con crioterapia o DTC può essere eseguito anche in gravidanza in prossimità del parto per ridurre il rischio, sebbene minimo, di contagio connatale.
Non c’è alcun rischio noto di sterilità legato all’infezione da HPV.